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BONA DI SAVOIA SFORZA







Bona di Savoia nacque ad Avigliana, il 10 agosto 1449. Undicesima figlia di Ludovico di Savoia e di sua moglie Anna di Lusignano, figlia del re di Cipro e Gerusalemme.
Bona fu educata alla corte di Luigi XII.
Era quasi promessa a Edoardo IV d'Inghilterra, ma Francesco Sforza riuscì ad averla per suo figlio Galeazzo Maria.
Galeazzo volle sceglier come moglie la dama più bella. Quando gli indicarono la bella figlia del duca di Savoia, ordinò che un pittore andasse a ritrarre la fanciulla per vedere se corrispondeva a quanto si diceva. Le fattezze di Bona immortalate nel ritratto piacquero così tanto allo Sforza che senza esitazioni la scelse come moglie.
le nozze furono celebrate il 10 maggio 1468 nel castello di Amboise. Sua sorella era regina di Francia e gli Sforza ambirono molto questa parentela.
Veramente splendido fu il suo corredo di sposa: vi si contavano 12 mantelline di broccato d'oro; 6 vestiti di broccato d'argento; 25 paia di calze ornate e 50 pianelle di velluto; ricchissime furono le gioie che ebbe in dono: in una sola acconciatura per capo figuravano 544 perle.
Tristano Sforza, nel descrivere al fratello le fattezze di Bona dice che ella aveva <<il collo non longo nè curto, belli occhi, poriano essere più nigri. Bel naso, bella bocha, bellissima gola, belli denti et belle man et... dolcissime manere et savie...>>.
Rimasta prematuramente vedova dopo l'assassinio di Galeazzo nel 1476, dimostrò molta forza di carattere nel proteggere il futuro dei suoi figli, soprattutto del primogenito. Di Gian Galeazzo infatti, divenuto duca di Milano con la morte del padre, Bona divenne la reggente.
Il pericolo per lei e i suoi figli proveniva soprattutto dal cognato Ludovico Maria Sforza, detto "il Moro", pronto a tutto pur di avere il governo del ducato.



Testone d'argento pesante
con Bona di Savoia, reggente di Milano
(1476-80)


Nonostante gli sforzi di Bona, Ludovico riuscì ad avere prima la reggenza del nipote e poi a estrometterlo dal potere.
Bona di Savoia ebbe indole mansueta e nel marzo 1474 quando le prigioni sforzesche rigurgitavano di condannati, ottenne dal marito, uomo strano e crudele, un generale perdono. Da allora inpoi, la popolazione del ducato di Milano benedì la duchessa dandole l'appellativo di Prima Madonna d'Italia.
Gelosa del marito, che aveva un gran numero di amanti, accettò soltanto i figli illegittimi che lui ebbe prima del loro matrimonio.
Diede al marito quattro figli: Gian Galeazzo Maria Sforza, Ermes, Bianca Maria Sforza e Anna Maria Sforza.
Morì a Fossano il 23 novembre 1503.




Lastra tombale di Bona


P. Misciattelli, Personaggi del Quattrocento italiano, Gaetano Garzoni Provenzani Editore, Roma 1914







 

  
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