chi siamo - Società Agricola Riario Sforza s.s.

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CHI SIAMO

Le origini dell’Azienda sono antichissime come si evince dai libri contabili del Seicento, conservati nell’Archivio storico della famiglia. Sotto l’impulso creativo dei feudatari della famiglia Milano, capeggiata dal principe di Ardore, nel corso del Settecento e inizio Ottocento, si svilupparono intorno al territorio di Polistena varie colture, primeggiando quelle dell’olivo favorite dalla costruzione di macchine olearie ad acqua, lungo le rive dei fiumi Vocale e Jerulli, non tralasciando occasioni di modernizzazione degli impianti (tra questi si annovera anche una macchina capace di separare il nocciolino dalle olive) e di colture alternative, come quelle delle “fronde” (gelseti) per l’allevamento del baco da seta.
Nel luglio del 1864, a Napoli, donna Giulia Milano Franco d’Aragona, figlia del principe di Ardore Giacomo Milano Franco d’Aragona (5° Principe d’Ardore, 4° Duca di San Paolo, 10° Marchese di Polistena, Patrizio Napoletano), sposa don Giovanni Battista Riario Sforza (6° Duca Riario Sforza, 10° Marchese di Corleto, 10° Barone di Montepeloso dal 1851 e Patrizio Napoletano, Gentiluomo di Camera del Re delle Due Sicilie), portando in dote e poi ereditando una cospicua parte dei feudi paterni.
Giovanni Battista Riario Sforza acquisisce così, oltre ai titoli nobiliari, un vasto feudo in Calabria, ricadente per lo più  nei comuni di Galatro, Polistena, Melicucco e San Giorgio Morgeto.
Dal matrimonio tra Giovanni Battista e Giulia nacque Nicola (7° Duca Riario Sforza, 11° Marchese di Corleto e 11° Barone di Montepeloso dal 1871 e Patrizio Napoletano, titoli confermati con Decreto Ministeriale del 6-3-1889; 8° Principe di Ardore, 11° Marchese di Corleto, 14° Marchese di Polistena, Nobile con il predicato di Plaisano, Galatro, San Nicola, Melicucco e Bombile dal per successione materna, confermati con Decreto Ministeriale del 15/16-2-1913. Cfr. Nobili Napoletani
Il 24 ottobre 1901, Nicola sposa a Imbersago  donna Carolina Falcò y Trivulzio, figlia di don Antonio Falcò y d’Adda Principe Pio, 14° Marchese di Castel Rodrigo e Grande di Spagna di prima classe e di Donna  Evelina Trivulzio dei Marchesi di Sesto Ulteriano.




Nicola Riario Sforza
(Napoli 26.3.1866 - Napoli 3.9.1940)
Carolina Falcò
(Milano 27.11.1875 - Roma 10.1.1953)

Dalla loro unione nacquero Giovanni Battista e don Antonio da Padova.




Giovanni Battista
(Napoli 24.11.1902 - Roma 2.4.1965)
Antonio da Padova
(Napoli 22.12.1903 - Napoli 16.5.1956)

Don Antonio da Padova (Patrizio Napoletano, Nobile con i predicati di Plaisano, Galatro, Melicucco, San Nicola e Bombile; Cavaliere d'Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta, Balì Gran Croce dell'Ordine Costantiniano di San Giorgio), si sposa a  Roma  con la Nobile Minervina Eleonora Manassei di Collestatte, figlia del Conte Paolo e di Eleanora Lyle dei Baronetti Lyle.
Mentre don Giovanni Battista, primogenito di Nicola (8° Duca Riario Sforza,  9° Principe di Ardore, Duca di San Pietro, 15° Marchese di Polistena, 12° Marchese di  Corleto e 12° Barone di Montepeloso dal 1940, Patrizio Napoletano, Nobile con il predicato  di Plaisano, Galatro, San Nicola, Melicucco e Bombile), sposa a Roma l’8-6-1932 la Nobile Donna Gabriella Manzi-Fè, figlia del Nobile Don Alberto e della Nobildonna Evelina Frigerio.
Dal loro matrimonio nascono due figli: Nicola e Alberto.


Nicola Riario Sforza
(Trieste 28.12.1934 - Roma 10.10.1995)
Alberto Riario Sforza
(Castel Gandolfo 9.8.1937 - Roma 18.10.2008)

Nel 1967, il duca Nicola, attratto dalla terra di Calabria, decise di trasferirsi definitivamente da Roma a Polistena, nell'antico palazzo dei Milano costruito dopo il terremoto del 1783 e, coadiuvato dalla seconda moglie Gun Vivian Niklasson, e dall'affidabile consulente agrario Giuseppe Mallamace, intraprese un'innovativa trasformazione aziendale, rinnovando piantagioni, introducendo nuove colture (es. i Kiwi, il girasole, ecc) e differenziandole, in modo da tamponare, in caso di avversità le eventuali perdite di una piantagione con il ricavo delle altre.
Questo capillare lavoro di risananmento, accolto di buon grado anche dal fratello Alberto, costituisce la base dell'attuale Società Agricola Riario Sforza ss. gestita oggi dalla vedova di Nicola, Gun Vivian Niklasson (amministratore dell'Azienda), dalla vedova di Alberto, Enrica Da Pozzo, e dal figlio Alessandro Riario Sforza (coamministratore dell'Azienda).



Gun Vivian Niklasson
(Svezia 8.5.1944)
Enrica Da Pozzo
(La Spezia 26.7.1947)
Alessandro Riario Sforza
(Napoli 13.5.1976)


  
   LA MIA ESPERIENZA COME IMPRENDITRICE


La mia esperienza imprenditoriale è iniziata nel 1996 quando, dopo la morte di mio marito il Duca Nicola Riario Sforza, in accordo con gli altri comproprietari si è deciso di proseguire la gestione comune dei fondi in forma societaria, costituendo l’Azienda Agricola “Riario Sforza” s.s.
Gli inizi non sono stati facili, posto che per me era un’esperienza nuova, ma progressivamente ho cercato di individuare le scelte ottimali al fine di ridurre i costi e adeguare la produzione a quelle che erano le esigenze di mercato.
Per tale ragione ci siamo orientati verso le colture a bassa commercializzazione:
Kiweti: convertendo circa 25- 30 ettari di agrumeto ad actinidia Hayward, in questi ultimi decenni, la nostra Azienda ha incrementato la produzione di Kiwi, selezionando le piante e indirizzando l’attenzione degli operatori verso la coltura biologica.
Uliveti: abbiamo soppiantato la produzione di grano con un vasto impianto di oliveto e, di conseguenza, abbiamo ristrutturato e/o costruito nuovi edifici da adibire a depositi oltre a realizzare un moderno impianto oleario per la produzione, trasformazione e commercializzazione dell’ olio prodotto in azienda. Oggi siamo in grado di imbottigliare il nostro prodotto con marchio biologico di qualità e di distribuirlo sui mercati mondiali.
Agrumeti: la nostra Azienda produce e commercializza diverse varietà di arance (ovale, biondo comune, navelina, washington navel, ecc.).
Piante: Contestualmente si è avviata un’attività di produzione di piantine da orto, puntando l’interesse sui semi selezionati e su una coltivazione più naturale possibile, abolendo o riducendo il più possibile l’uso di pesticidi e sostanze chimiche in genere.
L’Azienda Agricola Riario Sforza s.s., inoltre, da qualche anno, ha impegnato grandi risorse economiche in una attività agro-turistica di grande portata, abbinando nel piano di lavoro il rilancio dell’allevamento e la riscoperta delle Tradizioni e della Storia locale:
Agriturismo:  in funzione, da più di cinque anni, sui Piani di Prateria, a ridosso dell’Aspromonte e delle Serre, un moderno complesso agrituristico: la Tenuta Riario Sforza,  che ha affiancato una riserva di caccia dove i cacciatori possono esercitare la propria passione venatoria e riscoprire o sperimentare la caccia al cinghiale. Il tutto senza intaccare la fauna selvatica autoctona, poiché si tratta di animali allevati esclusivamente per tale scopo, in un recinto di circa 80 ettari di bosco.
L’ostacolo più evidente all’attività imprenditoriale seguita è la lontananza geografica dai grandi luoghi di commercializzazione, resa ancora più grave dal basso sviluppo di grandi canali di commercializzazione presenti nel territorio, per cui i prodotti o si vendono ai pochi acquirenti locali e ai prezzi da loro stabiliti, oppure si cerca di distribuire la merce fuori dalla regione, dove ovviamente grava un ulteriore componente, di non poco rilievo, ossia il costo del trasporto.
A tutto questo bisogna aggiungere: le difficoltà dovute alla burocrazia, l’assenza assoluta di una politica economica regionale, il ritardo nella liquidazione delle somme dovute per i piani di miglioramento, la lentezza nell’erogazione degli aiuti comunitari e nell’approvazione dei progetti, per l’espletamento delle pratiche amministrative in genere ogni qualvolta si deve realizzare un’opera in azienda.
Quali sono gli obiettivi futuri? Crescere, portare a frutto le opere già intraprese e, perchè no, allargarsi verso altre nicchie di mercato, come sicuramente avrebbe voluto mio marito il quale ha sempre creduto nell’Azienda e ad essa ha dedicato la sua vita.
Un fatto comunque è incontestabile: l’Azienda agricola Riario Sforza è una realtà realmente produttiva in una delle Regioni più povere dell’Europa ed è una delle poche imprese che riesce a dare lavoro a decine di famiglie in un’area geografica che detiene il primato della disoccupazione.

   
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